"...
Roba fina, non c'è che dire...
Canzone d'inverno è un capolavoro"
Giorgio Conte
(maître chansonnier)
"Bravo, fratellino!..."
Bruno Lauzi
(maître chansonnier)
"... cantautore di lungo corso underground,
dal solido impianto letterario- musicale... un mix suggestionante di
trame, temi, sogni, suoni"
Mario Bonanno
(Musica & Parole)
"...
Musica totale, oltre i generi. Una felice contaminazione. La
teorizza Giorgio Gaslini dal lontano 1964, l'anno del suo
Manifesto
di Musica Totale, l'anno in cui il padre di Michele
gli regalò una chitarra (al figlio, non a Gaslini). Allora non è un caso
che Michele abbia dialogato col Maestro, mentre
scriveva I mitici Gufi
(alla EMI Gaslini era stato l'arrangiatore di quel gruppo
irripetibile).
Ricerca di universalità creativa: ecco che
si legge in questa musica parlante, simmetrica alle parole musicanti dei
testi. Simmetria non casuale, né episodica: nella psicostoria
Torbida dea,
edita da Bastogi nel 2007, Michele ha stabilito una sinergia permanente
tra idee, parole e suoni, incapsulando nel racconto una musicalità
cristallina che esce dalla carta per fare da soundtrack alla
lettura.
Nel mercato musicale odierno, dove dominano
superficialità, opportunismo e invidia, potrà pure non interessare - o
perfino dispiacere a qualcuno - ma quello di Michele è un caso pressoché unico
nel panorama dei cosiddetti cantautori, per la tipologia e il pregio
dei libri scritti prima di rivelarsi in musica..."
Ludovico Parenti
(poeta,
critico e autore teatrale)
"... una produzione meravigliosa. Atmosfere jazzy, ma si
parla di musicisti che frequentano il jazz, non di mediocri copiatori
...una voce insieme soave e roca... I testi sono interessanti, testi di
chi non si prende troppo sul serio ma lavora con serietà. Testi del
cuore. L'umorismo non impedisce la profondità dei contenuti, che
lasciano indovinare la sensibilità dell'autore..."
Françoise Beck-Pieterhons
(Fondation Point et Lumière)
"....
Rock poetico, splendide ballate, stilemi
cool e spaccati
travolgenti da big band...."
Salvatore Esposito
(Blogfoolk)
"...In
principio fu la sinestesia, misteriosa facoltà di incrociare e
sovrapporre i sensi della vista e dell'udito: vedere all'improvviso
luci, colori, forme in movimento quando si ascolta una musica, oppure trovarsi la testa inondata di
melodie mentre si guarda un panorama... o una persona.
Così, sinestesia dopo sinestesia, in alcuni decenni Michele
Moramarco ha composto più di centoventi canzoni, oltre a un numero
imprecisato di brani...
C'è molto sperimentalismo, all'insegna della Musica
Totale, qui sposata con testi decisamente poetici, vuoi delicati vuoi
spiazzanti, comunque capaci di far vibrare le corde interiori.
Insomma, uno chansonnier
in piena regola, di quelli che la mamma non ne fa più..."
Pierluigi
Ghiggini
(Il
Giornale di Reggio)
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